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La crisi Ucraina nel rapporto con le imprese: Confapi e Intesa per un rilancio condiviso

Nel corso della conferenza “Il Futuro è qui” si è parlato di strategie condivise tra imprenditori e sistema bancario

Il gruppo dei relatori

ANCONA- Gli anni del Covid, la crisi energetica e ora anche il conflitto tra Ucraina e Russia che mette a rischio quasi 400 milioni di export nelle Marche, la regione più esposta con un’incidenza del 3,1% sul totale delle esportazioni che è primato italiano. Uno scenario internazionale che sarà analizzato, insieme alle strategie per un possibile rilancio nel corso di “Il futuro è qui – Crisi Russia-Ucraina: soluzioni operative per la ripartenza”, l’incontro organizzato da Confapi Industria Ancona in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Confirete e Camera di Commercio delle Marche che si è tenuto ieri al Fortino Napoleonico di Portonovo.

«Seguitiamo da un decennio almeno ad affrontare una crisi dietro l’altra – ha spiegato Mauro Barchiesi, presidente di Confapi Ancona – ma fa parte del nostro essere imprenditori rimboccarsi le maniche e lavorare, trovare le soluzioni più adatte per superare gli ostacoli. Ai rincari di energia e materie prime occorrerà rispondere trovando nuovi canali di approvvigionamento, alla chiusura dei mercati russi e ucraini con l’apertura di nuovi canali commerciali internazionali. Abbiamo pensato a questo incontro in presenza, finalmente, come modo per informare le imprese sugli strumenti a disposizione, sulle possibilità da sfruttare per un rilancio che sia effettivo e duraturo». Il quadro non è dei migliori. Pur non essendo riuscito a raggiungere i livelli pre Covid, l’export marchigiano era tornato a sorridere nel 2021 con un segno positivo a doppia cifra del 2021: +15.6% rispetto all’anno precedente, +23% escludendo il settore farmaceutico. Il 2022 doveva essere l’anno della svolta definitiva. Scenario rivoluzionato il 24 febbraio quando i carri armati russi hanno superato il confine ucraino dando inizio a un sanguinoso conflitto le cui conseguenze si trascineranno per anni. «Il conflitto in Ucraina – ha commentato Giovanni Foresti della direzione Studi e Ricerche Intesa Sanpaolo - rende ancora più urgenti i temi dell’ambiente e della tecnologia che possono favorire il risparmio di materie prime, l’efficientamento dei processi e la diversificazione dei mercati di sbocco. Al contempo, se i problemi di approvvigionamento innestati dalla pandemia e poi amplificati dall’invasione russa porteranno a una regionalizzazione su base continentale delle catene globali del valore, si potranno aprire opportunità per i territori italiani che, come la Marche, sono caratterizzati dalla presenza di filiere strutturate a livello locale».

Le Marche sono la sesta regione d’Italia per commercio estero in Russia e Ucraina e anche se nel tempo le cifre si sono assottigliate (nel 2008 si sfiorava il miliardo di euro, quasi il 10% dell’export totale regionale) i due Paesi hanno fatto registrare nel 2021 140 milioni tra calzaturiero, pelle e abbigliamento, 59 milioni nella meccanica e 43 per gli elettrodomestici per citare i distretti ora più fortemente colpiti. «Per ridare forza alla ripartenza che si era evidenziata in regione nel 2021 e superare questa fase di nuova incertezza legata al conflitto russo-ucraino è fondamentale proseguire il lavoro già iniziato durante la pandemia sull’efficientamento energetico e produttivo, sulla digitalizzazione, sulla valorizzazione del capitale umano e dei rapporti di filiera. Per questo Intesa Sanpaolo ha messo in campo una serie di misure finanziarie a sostegno delle imprese per supportare le esigenze legate all’aumento del costo dell’energia e delle materie prime e permettere loro di non frenare gli investimenti - sottolinea Stefania Bergamaschi, Direttrice Commerciale Imprese Emilia-Romagna e Marche Intesa Sanpaolo - È inoltre interessante osservare come sia in corso una revisione delle politiche di approvvigionamento a favore di fornitori più vicini che può rappresentare un’opportunità di crescita importante per questo territorio, rendendo appunto fondamentale il ruolo delle filiere.  Nelle Marche, attraverso il nostro Programma Sviluppo Filiere, dal 2015 ad oggi abbiamo già favorito 21 accordi di filiera con altrettante aziende capofila e 350 aziende fornitrici». Nel corso dell’incontro si sono alternati gli interventi anche del presidente della Camera di Commercio delle Marche, Gino Sabatini, di Giuseppe Paglione (direttore Area Imprese Marche Intesa Sanpaolo) e Claudio Celli (responsabile coordinamento Specialisti Sviluppo Estero Emilia Romagna e Marche Intesa Sanpaolo) oltre a Danilo Falappa, general manager di Innoliving Spa, e Stefano Parcaroli, ceo di Med Group Spa, che hanno portato la loro testimonianza imprenditoriale.


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