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Innovazione del porto, Autorità Portuale e Univpm: «Necessità di uno sviluppo sostenibile»

Il progetto pilota Adigreen ha messo in luce obiettivi non rinviabili come la sostenibilità, la valorizzazione del territorio e l’internazionalizzazione

Il tavolo dei relatori alla conferenza "Adigreen"

Un’iniziativa destinata ad unire efficienza e sostenibilità. Con queste prerogative è nato “Adigreen” all’interno del porto di Ancona, progetto pilota i cui risultati sono stati esplicati questa mattina (9 dicembre) presso la sala Marconi dell’Autorità Portuale e condiviso tra Italia e Croazia sotto l’egida dell’Unione Europea, nato per collaborare e condividere conoscenze tra porti ed aeroporti allo scopo di migliorare le prestazioni ambientali e promuovere l’integrazione dei nodi intermodali marittimi e aerei facilitando il flusso dei passeggeri. Il progetto ha analizzato una forbice di 36 mesi (dal 1° gennaio 2019) con un budget totale di 2.104,217 euro. Tra i partner spicca anche l’Università Politecnica delle Marche il cui apporto va ritenuto fondamentale.

«Orgoglio vedere in questo lasso di tempo affiancate le nostre due realtà – ha spiegato l’ammiraglio Giovanni Pettorino, Commissario straordinario dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale – La sfida più importane è quella di uno sviluppo sostenibile intendendo, dietro a questa parola, l’adeguamento alle norme a tutela di tutte le persone che in questo ambiente vivono. La collaborazione con le università è stata determinante, così come la cooperazione con tutte le forze di Polizia». A fargli eco il Rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori: «Ringrazio anche io tutti gli attori di questa operazione. L’anello di congiunzione è quello della valorizzazione del territorio. Dal progetto emergono tre parole chiare e cioè sostenibilità, territorio e internazionalizzazione. Come università, nel nostro quotidiano, avanziamo esattamente in questa direzione».

 

Tecnicamente, parlando di risultati che dovranno essere conseguiti per il porto di Ancona, considerata la posizione strategica quale nodo di riferimento del traffico traghetti a servizio delle Autostrade del Mare che collegano l’Italia con i Balcani occidentali (Croazia, Grecia e Albania), lo studio ha evidenziato la necessità di un’azione pilota per favorire il potenzialmente dei servizi per il traffico passeggeri, composta da due attività: da una parte il Sistema di wayfinding, per migliorare il collegamento tra la stazione ferroviaria, il terminal bus lunga percorrenza, la biglietteria marittima e le banchine dei traghetti attraverso la realizzazione di una segnaletica direzionale dedicata; dall’altra l’installazione di un totem multimediale bifacciale outdoor, collocato in posizione strategica tra l’area di imbarco e sbarco dei passeggeri Schengen ed Extra-Schengen.

 

Dopo l’illustrazione di alcuni dati tecnici da parte di Guido Vettorel dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico, sono arrivati anche i commenti dei professori universitari Francesco Canestrari e Giorgio Passerini: «Dall’analisi delle prestazioni siamo riusciti ad arrivare a delle valutazioni oggettive di ogni realtà. Questo è solo un primo passo, saremo quotidianamente impegnati sul tema della sostenibilità connessa ai vari aspetti. Le tesi a riguardo sono state tante, creiamo figure professionali appositamente su questa tematica. Va segnalato che i problemi non sono mancate, soprattutto in epoca Covid. Delle volte è stato difficile monitorare la situazione, altre volte interfacciarci con il personale senza accesso agli archivi. Tuttavia siamo arrivati a risultati di grande importanza che fissano obiettivi futuri».


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