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Alla ricerca di tradizioni e ricette dimenticate: la Regione chiama a raccolta ristoranti e privati cittadini

Sarà istituito per legge un registro delle prelibatezze marchigiane, ma anche un bollino per i locali che promuovono i menù locali e uno stanziamento di 200.000 euro in tre anni perché tutto questo si realizzi

ANCONA – Non solo un ricettario delle prelibatezze marchigiane istituito per legge, ma anche un bollino per i ristoranti che promuovono i menù locali e uno stanziamento di 200.000 euro in tre anni perché tutto questo si realizzi. Dopo l'approvazione in Consiglio regionale della sua proposta di legge “Promozione e valorizzazione delle ricette e dei menù della cucina marchigiana”, l'assessore all'Agricoltura Andrea Maria Antonini chiama gli operatori, ma pure i privati cittadini a rendere note le ricette perdute. «È nostra volontà accogliere tutti i suggerimenti in merito a tradizioni o ricette dimenticate. Chiunque, anche il privato cittadino, potrà presentare la sua proposta - dice l'assessore – in modo da creare un patrimonio culturale legato alle nostre tradizioni e fornire uno strumento di promozione a disposizione della ristorazione. Le Marche sono regione al plurale anche a tavola: ogni città ed ogni borgo, sia sulla costa o nell'entroterra, custodiscono almeno una antica ricetta della tradizione».

Per valorizzare questa peculiarità e di renderla sempre più attrattiva per i turisti, la giunta ha deciso di presentare questa proposta di legge. «Peraltro – fa notare Antonini – siamo la prima Regione in Italia ad intraprendere una iniziativa del genere. Il nostro intento è quello di fornire agli operatori della ristorazione uno strumento legislativo innovativo, che consenta loro di promuovere un'attività fortemente ancorata alla valorizzazione di un sistema di accoglienza che coniuga la cultura del cibo con la sua area di produzione». L'obiettivo è rendere il settore enogastronomico, «che tanta curiosità suscita nei turisti e che nel passato è stato completamente trascurato, sempre più protagonista muovendosi nel solco della programmazione integrata tra i settori dell'agricoltura, del turismo e del commercio verso un'identità unica regionale». Per questo la Regione è già al terzo provvedimento, dopo quello sull'oleoturismo e sull'enoturismo, «Tutto ciò senza dimenticare i vantaggi per la salute che la dieta mediterranea ha sempre garantito».

I ristoranti che inseriranno almeno tre ricette del Registro nei loro menù riceveranno un bollino di riconoscibilità ed entreranno in un circuito di promozione turistica. Il menù della cucina marchigiana dovrà essere proposto in modo distinto da quello generico in almeno due lingue. Un QR code accanto alla ricetta sul menù fornirà sia il link al video di come si cucina il piatto scelto, che tutte le informazioni relative al contesto storico, culturale o artistico in cui il piatto si colloca. La legge consentirà infatti di definire menù e ricette della cucina marchigiana che mettano in rete anche tutte le eccellenze naturalistiche, culturali, artigianali e industriali dell'intero territorio regionale. Allo stesso tempo saranno attivate azioni di comunicazione per la promozione e la conoscenza di tali realtà in Italia e all'estero, valorizzando anche le aree interne e i piccoli borghi e favorendo la destagionalizzazione dei flussi turistici e i locali storici.


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