Parco del Conero, perde in tribunale: una spesa più di 10 volte superiore per salvare 1.700 euro
Dopo la sentenza di Cassazione, l'Ente Parco del Conero ha avuto 4 mesi per pagare ma non l'ha fatto, vedendo aumentare la spesa legale per la mancata esecuzione del provvedimento
Vittima di un incidente stradale in zona Conero per colpa dell’attraversamento di un cinghiale, ma l’Ente Parco Regionale si oppone alla richiesta di risarcimento danni e spende una cifra 15 volte superiore a quella richiesta per coprire le spese legali. E’ la sintesi di un inter processuale arrivato al capolinea il 25 novembre 2015 con la sentenza con cui la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso proposto dall’Ente Parco Regionale Del Conero alla decisione di Appello. Condannato, questa volta definitivamente, a pagare non più solo i danni patrimoniali al proprietaro dell'auto, ma anche tutte le spese legali e burocratiche di un procedimento civile iniziato circa 10 anni prima, subito dopo lo schianto contro l’animali selvatico. Infatti a fronte di un risarcimento di circa 1.706 euro, l’Ente Parco, arrivando fino all’ultimo grado di giudizio e Cassazione, ha speso in totale tra i 15mila e i 20mila euro di soldi pubblici. I fatti risalgono al marzo del 2006. Al volante della macchina c'era il padre della proprietaria dell'auto. Stava percorrendo via del Conero in zona Poggio, all'atezza dell'Hotel Emilia, quando ad un tratto è spuntato un grosso cinghiale dai lati della strada. Invevitabile l'impatto.
A percorrere le vie legali per ottenere un equo risarcimento, proprio la propritaria del mezzo: Francesca Giaccaglia, 35 anni di Ancona, rappresentata
E ammesso che il Parco del Conero avesse deciso di andare fino in fondo perché convinto della propria ragioni, avrebbe potuto almeno risparmiare 2.791,15 euro pagati per la mancata esecuzione del provvedimento. Già, perché una volta raggiunto il responso irrevocabile, l'ente delle Marche ha avuto 4 mesi per saldare il conto. Nessun bonifico entro la scadenza. E così i legali della Giaccaglia sono stati costretti a rivolgersi nuovamente ad un giudice perché venisse imposto il bonifiico, fino all'ottobre 2017 quando è scattato il pignoramento. Solo nel dicembre scorso è arrivato il bonifico definitivo con cui si è chiso il procedimento civile.