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I Senzanome: mostra sui migranti al Museo della carta

La Stanza dell’arte, in collaborazione con gli Archivi del Centro Studi Milano ‘900, presenta il 7 febbraio alle 18, presso il Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano, la mostra personale con quaranta acquerelli dell’artista peruviano Christian Flores, già ospite del museo in occasione del Premio Biennale internazionale di acquerello “Marche in acqua” - Fabriano Watercolor del 2018. Protagonisti della mostra I senzanome: viene in questo modo espressa la figura del migrante attraverso le tre sezioni dedicate, ossia donne e bambini, uomini soli e famiglie.

La mostra, cogliendo l’occasione dell’anniversario della scomparsa di Raffaello, aprirà con un omaggio alla figura dell’Urbinate grazie alla rilettura da parte dell’artista contemporaneo dell’iconografia rinascimentale della Madonna con Bambino; ne scaturisce una nuova iconologia che ha per leit-motiv il viaggio e come tappe le tre dimensioni esistenziali che più rappresentano il migrante: la partenza, il cammino, l’approdo. Lo sviluppo narrativo prende corpo nel trasferire l’immagine rinascimentale della Vergine col Bambino in una figura archetipica che rappresenta in un ideale piano sequenza le forme essenziali del mito. 

Nato a Huanta nel 1975, Christian Flores compie i suoi studi ad Arequipa, prima specializzandosi nella tecnica dell’acquerello presso la Scuola Superiore di Arte Carlos Baca Flor e poi conseguendo la laurea in arti plastiche presso la Universidad Nacional de San Agustín. Inviato alla Biennale Iberoamericana di Lima nel 2002, partecipa con il progetto fotografico “Tu y yo”, poi confluito nella mostra personale del 2003 allestita a Trujillo pressso la Galería Impromptu – Instituto Cultural Peruano Norteamericano. All’esposizione “Ni Escenarios, Ni Victimas, Ni Culpables” svoltasi nel 2009 pressso la Galeria de la Alianza Francesa di Arequipa e l’anno seguente alla Galería del Centro Cultural di Trujillo l’artista presenta dei lavori su terrorismo e femminicidio. Meno drammatica, ma non meno profonda, è la meditazione che sta alla base di “Manifiesta Externa de un individuo doméstico”, un gruppo di oli su tela in cui l’atista indaga il processo di costruzione identitaria dell’individuo. Nell’opera di Flores la poliedricità tecnica – acquerello, olio, stampigliatura su tela, fotografia – nasce dall’esigenza di esaltare mediante le qualità espressive dei materiali il messaggio che intende comunicare imperniato sulla riflessione del maestro sui problemi esistenziali dell’uomo: destino e identità sono messi in relazione a Cristo (cui l’uomo affida le proprie speranze) e al contesto sociale. All’acquerello consacra un gruppo di opere esposte nel 2011 alla mostra “Acquerelli a Corseul”, pressso l’abbazia di Léhon a Dinan, nel contesto del premio per “Les Ateliers du Pressix Madeuc”. Questa occasione consente all’artista di proseguire per l’Italia e di coronare il suo sogno venendo ad abitare a Milano dove risiede con la sua compagna. Nel nostro paese si misura con la questione dell’immigrazione e quindi dell’integrazione sociale, tema che è alla base delle mostre personali più recenti tra cui, nel 2015 “Nostrum. Una riflessione per immagini” presso la Casa delle culture del mondo di Milano, “El diario de mis ojos” al Consolato Generale del Perù e nel 2013 “Straniero” presso la Galleria d’arte contemporanea City Art. Tra i numerosi premi partecipa, arrivando finalista, al XXIII concorso Nazionale “Unamonos” di Arequipa in Perú. Dal 2013 è Membro dell’Associazione Italiana degli Acquarellisti Italiani (AIA). I numerosi riconoscimenti sugellano l’appartenenza di Flores agli artisti della sua generazione che affermatisi a livello internazionale si sono misurati con i temi sociali affrontati, nel suo caso in particolare, con tagli cronistico. Le sue opere sono presenti in diverse realtà espositive come il Museo de Arte de la Universidad Nacional Mayor de San Marcos a Lima, il Museo de Arte Contemporáneo de Arequipa, il Museo d’Arte di Medellin in Colombia e in numerose collezioni private neglli Stati Uniti, in Francia, in Italia e in Sud America. Da nove anni collabora attivamente con il Centro Studi Milano ‘900, che ne cura anche l’archivio personale.


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