Salute

Fine del tormentone, posa delle pietre per il nuovo Inrca e si pensa alla telemedicina

L’Istituto geriatrico compie mezzo secolo, i vertici dell’azienda hanno fatto il punto sulle linee guida del futuro e sullo stato dei lavori per le nuove strutture

Il nuovo Inrca

Inrca spegne 50 candeline, festeggia con delle iniziative in piazza e illustra i progetti in corso d’opera. In una conferenza stampa a Palazzo Raffaello il Direttore Generale Gianni Genga ha fatto il punto sul nuovo polo che sta sorgendo all’Aspio e ha spiegato che la fase della messa in sicurezza è di fatto conclusa: «Lunedì prossimo partiranno i lavori per la posa delle fondamenta» ha spiegato Genga che ha annunciato anche l’avvio del cantiere a novembre, dopo la chiusura nel 2008, per la ristrutturazione della Residenza Sanitaria di Appignano. All’Aspio sorgerà, come da progetto, un ospedale da 300 posti letto nel quale confluiranno i servizi dell’ospedale di rete di Osimo. 
Stavolta dunque sembra proprio quella buona.

La storia dell’ospedale dell’Aspio inizia con il bando del lontano 2011 e da allora non ha avuto nulla da invidiare all’Odissea tra vicende giudiziarie e ditte che si sono avvicendate. Nel 2014 la ditta Cesi di Imola, che si occupava dei lavori dopo aver battagliato in Tribunale per strappare l’affidamento alla Gdm Costruzioni, finì nelle mani di un commissario liquidatore. Addio sogno del nuovo ospedale per il 2016. I lavori passarono dunque al Gruppo Salini-Matarrese (terzo in graduatoria d’appalto), che iniziò i lavori ma non prima di una battaglia legale con un gruppo di imprese piceno-romagnole (quarto nella stessa graduatoria). Si arrivò al gennaio del 2016 quando l’ok del Consiglio di Stato al ricorso il ricorso presentato dal gruppo ravennate bloccò di nuovo i lavori: la cordata di cui faceva parte la Salini aveva cambiato assetto dopo l’uscita della ditta Matarrese finita in concordato. Il 3 gennaio 2016 il nuovo incarico passò dunque alla Cmc di Ravenna, che per un ulteriore anno dovette aspettare la liberazione dell’area da mezzi e attrezzi della Salini. Poi tutto ok? No, si scoprono vizi nelle fondamenta precedentemente realizzate e neanche a dirlo, nuovo stop. Il 23 marzo la Regione approvò la variante per i lavori. Il resto è storia recente. 

La telemedicina

Strutture a parte, l’altro grande obiettivo per il geriatrico di domani è quello della telemedicina per i pazienti dimessi dall’ospedale. I loro parametri verranno monitorati a casa e su questo ha fatto il punto il Presidente dell’Inrca Roberto Bernabei: «Si tratta di un modello di presa in carico dei pazienti anziani con patologie croniche basato sulla tecnoassistenza erogato dal sistema sanitario della Regione per garantire un’assistenza degli anziani attraverso un apposito kit. Il progetto è rivolto ai soggetti anziani ultrasettantacinquenni nella Regione Marche ed in particolare ai residenti nelle aree interne o nei piccoli Comuni con maggiore difficoltà a raggiungere i centri erogatori di servizi ed ai pazienti in dimissione ospedaliera per scompenso cardiaco, malattie cerebrovascolari e bronchite cronica». Il sistema prevede la trasmissione di dati in tempo reale al call center dell’Inrca. Il kit in dotazione, variabile a seconda della patologia, prevede strumenti come l’elettrocardiografo, una bilancia e un dispositivo per la misurazione di flusso sanguigno, pressione arteriosa e capacità polmonare.

Le celebrazioni del cinquantenario prevedono anche alcune iniziative in piazza: il 18 ottobre in Piazza Roma sarà possibile sottoporsi al “Longevity check-up” con una equipe che, effettuando valutazioni cognitive, sarà in grado di stabilire l’età biologica del paziente che non necessariamente coincide con quella anagrafica. Il 19 ottobre invece sono previsti dei seminari con Luigi Ferrucci, ex dipendente Inrca e oggi direttore scientifico del National Institute of Aging, ed Ezio Giacobini, il massimo esperto mondiale di Alzheimer. Il direttore scientifico Fabrizia Lattanzio ha illustrato le linee di ricerca future, che si sviluppano lungo 4 direttrici: la Biogerontologia, ovvero lo studio dei processi biologici coinvolti nell’invecchiamento; l’invecchiamento in salute; il trattamento del paziente anziano dal punto di vista farmacologico e non; sperimentazione e innovazione dei modelli assistenziali. L’Inrca, presente in 3 regioni, gestisce ad oggi 5.000 posti letto, 8.000 ricoveri, 800 dipendenti con un budget che per le Marche ammonta a 70milioni di euro. Presente alla conferenza stampa anche il delegato della sede Inrca in Calabria, Franco Pacenza. «50 anni da ripercorrere con uno sguardo grato rivolto a chi ha costruito questa realtà, ma anche con lo sguardo rivolto al futuro di chi sa che, affrontando il tema dell’invecchiamento e dell’anziano, si possono costruire risposte importanti per i cittadini delle Marche e del nostro Paese» ha concluso il Presidente della Regione Luca Ceriscioli.  


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