Segnalazioni

Appello all'Università da parte di uno studente: "Mettiamo in atto misure preventive"

Foto di repertorio

"Cara Univpm Università Politecnica delle Marche, sono un tuo studente della facoltà di Medicina, credo che qualcosa sia andato storto nel formulare delle soluzioni atte a tutelare la salute dei tuoi studenti e dei propri cari sparsi in tutta la regione e in tutta Italia. Davvero pensi che la diffusione del Coronavirus si fermi ai confini della provincia di Pesaro e Urbino? Davvero pensi che il virus sia così antidemocratico da decidere che il capoluogo di regione sia un porto franco scevro da ogni rischio? Ci sono migliaia di studenti che vengono da fuori regione, che democraticamente, come tu hai imposto, domattina si alzeranno e da tutte le regioni d'Italia verrano fino ad Ancona, crocevia tra Nord e Sud Italia, e si siederanno nelle tue aule. Senza nessun tipo di discriminazione, una di queste migliaia di persone è verosimile che sia contagiosa. Bene. Nessun pericolo, la maggior parte di noi è giovane, sana e forte: sarà poco più debilitante di una tipica influenza. Venerdì, finiranno le lezioni, e ritorneremo a casa dai nostri nonni, da nostri genitori, zii, parenti, amici. È verosimile che per cause pregresse qualcuno di loro (o qualcuno di noi) sia già debilitato, malato, infermo, e per loro sarà complesso superare il decorso. Ora, Cara università, ci sono metodi alternativi che nel nostro mondo connesso H24 possono essere utilizzati per le lezioni frontali, e che già peraltro sono utilizzati in buona parte dei corsi, non sarebbe il caso di utilizzarli fino a che la situazione non si sia stabilizzata? Vale più la nostra formazione di qualche settimana o la vita e la salute di quanti ci stanno attorno che vorrebbero quantomeno vedere la fine del nostro percorso universitario?"

Alberto Boccalini


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