Segnalazioni

"Incinta al nono mese, al concorso mi hanno impedito di andare in bagno: è questa la parità?"

Foto di repertorio

Buonasera, scrivo per segnalare il trattamento che mi è stato riservato al concorso per l’ingresso in Scuola di Specializzazione medica, tenutosi la scorsa settimana a Forlì. Vorrei segnalare l’accaduto perché trovo ingiusta la discriminazione e credo che parlarne possa cambiare qualcosa per i futuri concorsi (ormai per questo è andata così). Spiego brevemente la situazione: sono un medico di 29 anni, incinta alla fine dell’ottavo mese di gravidanza. È da maggio che aspettiamo notizie su questo concorso per l’ingresso in specializzazione, ogni anno si svolge a luglio quindi ero tranquilla di poter affrontare tale concorso nei primi mesi di gravidanza. Invece a sorpresa è slittato a novembre. Nel frattempo mi sono mantenuta svolgendo turni di guardia medica di 12 ore, tra l’altro neanche sicurissimi da svolgere se si è nel mio stato, ma tanto devo pur mangiare anche io.

Ebbene, bando uscito, scopro che dalle Marche devo spostarmi a Forlì. Si fa anche questo. Il mio ragazzo mi accompagna perché non se la sente di farmi guidare quasi  due ore nel mio stato. L’ingresso in aula era per le 11.30, esce una responsabile dicendo di mangiare e andare in bagno che poi non si potrà più una volta entrati, se non accompagnati ed uno alla volta, e comunque non si potrà proprio uscire dall’aula dopo le 13.15 (fino alle 17.30, orario della fine della prova, con impossibilità di terminare prima se non per malore). Vado a chiedere se a me, che sono incinta quasi al nono mese, possa essere permesso di andare in bagno visto che ho la testa di un bambino di 3 kg che spinge sulla mia vescica, e non riesco a stare 4 ore senza mai andare in bagno, anche perché mi si scatenano le contrazioni.

Mi viene risposto che sono disposizioni ministeriali e che è vietato uscire, e mi viene consigliato in modo tra l’altro molto sgarbato di andarmi a comprare un pannolone se proprio non riesco a trattenermi. Ora, saranno stati gli ormoni, sarà stato il fatto che ho trovato una persona ineducata e inumana, sono scoppiata a piangere dicendole che è incostituzionale non permettere ad una donna incinta di poter andare in bagno. Lei mi ha risposto picche per l’ennesima volta. Avrei voluto chiamare i carabinieri, ma non ho voluto tirare su un polverone. Insomma, alla fine dei conti mi sono tenuta la pipì per 4 ore, soffrendo, e non riuscendo a concentrarmi bene per la prova. Di questo ne ha risentito il mio punteggio ovviamente. So che come me c’erano altre donne incinte in altre sedi che hanno ricevuto lo stesso trattamento, ma ora mi chiedo: ai disabili è stato permesso tempo aggiuntivo per la prova, e persone che leggessero loro le domande; perché una donna incinta invece deve essere considerata come tutti gli altri?

Esistono casse con precedenza al supermercato, casse con precedenza negli ospedali...un motivo ci sarà! Eppure ad un concorso tra medici, ho ritrovato un comportamento nei miei confronti non equo. Mi parlano di parità di diritti tra tutti, ma andrebbe considerato che così i miei diritti non erano alla pari degli altri, proprio per nulla. Stesso trattamento ricevuto un mese fa al concorso per medicina generale, con la differenza che in altre sedi ad altre ragazze incinte invece è stato permesso eccome di andare in bagno durante la prova ..beh a me neanche in quel caso. Spero che da quest'episodio ci possiamo evolvere e pareggiare veramente i diritti delle donne, incinte e non. Grazie mille per l’attenzione.

Martina, medico e nonostante tutto fiera futura mamma.


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